CONSEGUENZE
di CARLO MONNI
I Vendicatori, Wasp e Scarlet
creati da Stan Lee e Jack Kirby
Il Nuovo Ordine creato da Fabio Volino
Capitan America I creato da Joe Simon e Jack Kirby
Capitan America VIII creato da Carlo Monni
Iron Man creato da Stan Lee & Larry Lieber e Don Heck
Wonder Man creato da Stan Lee e Don Heck
Fabio Volino Supervisione
Stan, Roy, Steve, Jim, John, Roger, Kurt Ispiratori sommi
Solo i morti hanno visto la fine
della guerra
Platone
Le azioni hanno conseguenze. Una frase semplice e schietta. I Vendicatori
hanno fatto delle scelte, ed ora devono pagare il prezzo di quelle scelte e non
sarà un prezzo basso. Non lo è
mai.
569 Leaman Place,
Brooklyn Heights, Brooklyn, New York.
La finestra si apre silenziosamente ed ecco entrare nel piccolo appartamento
l' agile figura del supereroe e Vendicatore chiamato Capitan America. Si è
appena accorto che c'è qualcosa di strano, che una voce conosciuta lo
apostrofa:"Bentornato a casa, figliolo".
Seduto su una poltrona precedentemente in ombra ed ora illuminata da una
lampada a stelo, che lui ha appena acceso, sta un uomo di circa 30 anni, dai
capelli biondi e gli occhi azzurri e duri.
"Rogers!" esclama Cap "Come hai fatto ad entrar… No, lascia
perdere, non voglio saperlo. Cosa fai qui, piuttosto?".
"Dovevo parlarti, ragazzo, di quello che avete combinato tu ed i tuoi
amici Vendicatori".
"Che vuoi dire?".
"Andiamo, non sei così cieco, ragazzo, sai benissimo a cosa mi riferisco.
Negli ultimi tempi i cosiddetti Eroi più potenti della Terra hanno scelto di
ergersi ad arbitri del giusto e dell' ingiusto. Hanno deciso che il loro potere
dava loro il diritto di agire in nome di un bene superiore definito da nessun
altro se non loro stessi. Hanno… avete superato i limiti. Il potere comporta
responsabilità, non arbitrio".
"Cosa… cosa ti dà il diritto di venire in casa mia e parlarmi così?"
replica in tono agitato Cap.
Rogers si alza e si avvicina a lui, puntando l' indice contro la stella sul suo
petto.
"L' uniforme che indossi me ne dà il diritto, ragazzo!" risponde
"Non è un semplice costume e lo sai. È un simbolo di onore, libertà e
giustizia e chi lo porta deve esserne all'altezza. È per questo che ultimamente
hai spesso agito in maniera non del tutto razionale, con scoppi di rabbia
improvvisa, ad esempio. In cuor tuo sapevi di non essere nel giusto, come in
quell' affare della Slokovia".
"Quello è stato un atto di giustizia. Djorjevic era un tiranno spietato e
quello che noi abbiamo fatto è stato necessario. Quello che noi abbiamo fatto è
stato… è stato…".
"… esportare la Democrazia?" conclude Rogers con un sorriso
sardonico.
Cap rimane silenzioso. Improvvisamente non sa come ribattere.
"Non fraintendermi, ragazzo. Abbattere quel tiranno è stato, comunque, un
atto meritorio, ma sai cos'ha dimostrato? Che i Vendicatori non hanno rispetto
per nessun'altra istituzione che loro stessi. Che la sola legge che riconoscono
valida è quella che si fanno da soli".
"I nostri intenti erano giusti".
"E questo vuol forse dire che il fine giustifica i mezzi? E poi, quale
sarebbe il prossimo passo? Prendere il controllo del Mondo, forse? Allineare
tutti al vostro concetto di ciò che è giusto? È questo che dovrebbero, secondo
te, essere i Vendicatori?".
"No!" risponde a mezza voce Jeff Mace, voltando le spalle all' altro
uomo "Non è questo che voglio".
"Allora dimostralo".
Per un lungo momento il silenzio regna nella stanza, poi Jeff si volta e... la
stanza è vuota, come se non fosse mai entrato nessuno. L' uomo che oggi
risponde al nome di Capitan America rimane fermo per un istante, poi si lascia
cadere sulla poltrona e reclina la testa. Sarà ancora lì al sorgere del
prossimo sole.
Palazzo dei Vendicatori.
"E questo dovrebbe essere tutto... almeno per oggi" conclude l'
avvocato Inger Sullivan, chiudendo la sua valigetta "Rimangono da definire
solo i dettagli, ma ne potremo riparlare domani".
I suoi interlocutori sono silenziosi: il Presidente dei Vendicatori, la
meravigliosa (ma lei non si sente tale da un po') Wasp, ha il volto cupo,
inseguendo pensieri non esattamente piacevoli; Anthony Stark, finanziatore del
gruppo, ha un' aria preoccupata ma non manca ugualmente di ammirare l'
avvocatessa; quanto all' androide chiamato Visione, attualmente impegnato nella
ricostruzione della Slorenia, la sua espressione è impenetrabile come sempre.
È Wasp a rompere il silenzio ed alzarsi per stringere la mano di Inger.
"Ti ringrazio, Inger, hai fatto davvero un ottimo lavoro" le dice.
"È quello per cui mi pagate, dopotutto" replica, alzandosi in piedi,
la bella donna dai capelli ramati ed ammicca ai presenti e continua "Per
quanto mi riguarda, ora me ne ritornerò a casa e mi farò una doccia
corroborante prima di cena… una cena solitaria purtroppo".
Tony sorride e si chiede se era una sottile allusione per ottenere un invito.
Quasi quasi…
Mentre Inger esce, Janet interviene:"Beh ragazzi, vi saluto anch'io. Ho
una seduta dal mio estetista. Sapete, se dobbiamo iniziare una nuova era,
vorrei avere almeno un aspetto migliore".
"Sono contento di sentirtelo dire, Jan" le dice Tony "In
quest'ultimo periodo portavi i lividi sul tuo volto come una specie di bandiera
e non era… non mi sembrava…".
"Sano? Ho cominciato a pensarlo anch'io dopo… dopo quel che ci ha detto
Destino e sto facendo i miei passi per… migliorare".
"Uhm, sì. Dimmi, hai già incontrato Hank da quando è tornato?".
"No… io… beh, non c'è stata ancora l' occasione. Ora scusami, ma devo
proprio andare".
Detto questo, Jan si affretta ad andare. Tony rimane per un attimo incerto se
parlare del suo atteggiamento con Visione, poi ci rinuncia, prende la sua
fedele valigetta e si prepara ad andare. Mentre esce dall' edificio pensa a
come a volte le cose possano andare storte anche quando tutto sembra andare
bene. Con la faccenda dell' Ordine erano tutti convinti di fare la cosa giusta,
eppure... C'era voluto uno come Destino per mostrare loro quanto sbagliassero.
La cosa più tragica è che erano così accecati da non vedere ciò che stavano
realmente diventando. La strada dell' Inferno è lastricata di buone intenzioni,
dicono, quanto c'era mancato che la percorressero fino in fondo? Tony sale
nella sua Ferrari e per un attimo considera l' idea di intercettare Inger
Sullivan ed invitarla ad una serata nel miglior ristorante di Manhattan e poi…
chissà? Alla fine ci ripensa: non sarebbe male passare una serata con il suo
figlio adottivo Andy. Non è mai troppo tardi per cambiare, pensa.
Paterson. Passaic County, New Jersey.
Ne è passato di tempo da quando Simon Williams, alias Wonder Man, è venuto
qui per l' ultima volta e, ammettiamolo, si sente in colpa.
"Tutto bene, Simon?" gli chiede la donna al suo fianco, non una donna
qualunque ovviamente, ma nessun'altra che Wanda Maximoff, Scarlet, la sua
compagna di lavoro e di vita.
"Tutto a posto" risponde Simon "Stavo solo pensando… sono
cresciuto in questa casa e ora sono nervoso al pensiero di rivedere mia
madre".
"Non ti imbarazza per caso doverle dire di noi?".
"No, al contrario, ne sono orgoglioso, anzi. È solo che… beh, mi vergogno
un po' di non essere tornato a trovarla negli ultimi tempi".
"Incredibile di cosa possono aver paura gli uomini grandi e grossi"
commenta scherzando Wanda.
"Già". È la sola risposta di Wonder Man mentre finalmente suona il
campanello.
Palazzo dei Vendicatori.
Il volto di Wasp è corrucciato mentre ascolta le parole di Capitan America.
Nella sala riunioni assieme a lei ed alla Sentinella della Libertà sono
presenti: Iron Man (Tony Stark), Visione, Photon, Songbird, Thunderstrike, Occhio
di Falco. Ed è quest'ultimo a dire:"Scusa, ti dispiace ripetere?".
Cap non cambia espressione, mentre risponde:"Ho detto che ho molto
riflettuto su quanto è avvenuto ultimamente, sulle cose che abbiamo fatto ed ho
preso una decisione: non posso più far parte di un gruppo le cui azioni ed
intendimenti si mettono in contrasto con i principi in cui credo e che mi sono
impegnato a difendere. Avrei dovuto capirlo prima, ma credo di averlo
deliberatamente ignorato. Ora non posso più farlo o la mia coscienza non me lo
perdonerebbe. Questa è la mia tessera, potete riprenderla".
Con un gesto semplice Cap getta la sua tessera sul tavolo. Nel suo volto si
legge quanto gli costa quel gesto, poi si volta e fa per andarsene ed è la voce
di Wasp a fermarlo:"Aspetta!".
Jeff Mace si ferma e si volta perplesso.
"Saremmo sciocchi a lasciarti andare" continua Wasp "Il fatto è
che… che hai ragione. Per un certo periodo di tempo abbiamo perso di vista i
nostri veri obiettivi. Tu diresti forse che avevamo dimenticato il vero motivo
per cui questo gruppo è stato fondato".
"Non possiamo combattere l' ingiustizia con l' ingiustizia" è il
commento di Cap.
"Giusto, ed è per questo che non puoi lasciarci. Noi abbiamo bisogno di
te, che tu sia il nostro guardiano".
"Io? Non so se ne sarei capace, ma…" Cap prende in mano la tessera
"D'accordo, resterò. Ma se mai doveste ancora oltrepassare la linea che
separa la giustizia dall' arbitrio, io non esiterò e sarò dall' altra parte per
combattervi a qualunque costo".
"Ed è proprio quello che ci aspettiamo da te, ragazzo" Interviene
Iron Man "Proprio come avrebbe fatto il tuo predecessore, né più, né
meno".
Paterson, New Jersey,
Casa Williams.
"E così avrete un bambino" dice Martha Williams "È… è davvero
una bella notizia. Devo dire che… beh stavo perdendo le speranze di diventare
nonna ormai".
"Mai perdere le speranze mamma, lo sai" replica Wonder Man.
"Giusto. Devi essere molto emozionata, Wanda. Certo, per te non è la prima
volta… oh scusa, non avrei dovuto…".
"Tranquilla, Martha" risponde Wanda "Ormai ho superato il fatto
che i gemelli che io e Visione avevamo avuto non erano altro che… frammenti
della mia immaginazione, per così dire".
Simon osserva Scarlet mentre parla ed osservandola capisce che non è del tutto
sincera. Una madre non può mai davvero superare del tutto la perdita dei suoi
figli. E qualunque fosse la loro origine, Thomas e William erano fin troppo
reali per lei. E a complicare il tutto c'è il fatto che anche il concepimento
di questo bambino non è stato propriamente normale, per non parlare del bambino
stesso. Wanda è fin troppo calma al riguardo, troppo. E se qualcosa in questa
gravidanza o dopo dovesse andare storto… No, meglio non pensarci, almeno per
ora.
"Volevo parlarti anche di Eric, mamma" dice "Ci siamo incontrati
di recente… in Florida".
"E... come sta?".
"Uhm, sta bene, diciamo, almeno non ha cercato di uccidermi e ci siamo
lasciati in termini… più amichevoli del solito".
"Volesse il cielo che stesse cambiando" commenta Martha.
Simon non dice niente. In cuor suo lo vorrebbe anche lui, ma è una speranza che
non può permettersi di avere, non dopo le passate esperienze, forse è meglio
cambiare discorso.
"C'è un'altra cosa di cui volevo parlarti, mamma, si tratta di un' idea
che mi è venuta e credo che ti piacerà…".
Caffè Transia, Manhattan.
Il nome con cui lo conoscono è Victor Shade, è un nome che si è attribuito
da se e gli sembra adeguato perché, dopotutto, lui è davvero come un' ombra,
un' immagine senza consistenza, una Visione. Con la razionalità che gli è
propria l' androide che, appunto, risponde proprio al nome di Visione vi
direbbe che non sono la carne ed il sangue a definire un essere umano, ma nel
profondo della sua psiche lui non si dimostra davvero così certo di quest'
affermazione. Di recente ha fatto una cosa che non può definire che
irrazionale: ha baciato la sua compagna d' armi Janet Van Dyne. L' idea di
essere attratto da lei lo ha lasciato turbato. Già in passato è accaduto che si
concedesse il lusso di abbandonarsi ai sentimenti che provava per donne umane,
come Wanda o Crystal, ad esempio, ma quelle esperienze non sono state positive
né per lui, né per la donna in questione, cosa gli fa credere che stavolta
possa essere diverso? Eppure quelle esperienze sono state importanti per lui
nel suo percorso per comprendere cosa significa essere umano. Ancora si chiede,
però, perché è così importante per lui essere considerato come un essere umano?
Non potrebbe accontentarsi di essere ciò che è? Visione forse non se ne rende
conto, ma queste domande che si fa su di sé dimostrano che in realtà è
diventato fin troppo umano. Il fatto stesso di essere in questo caffè lo
dimostrerebbe, a ben pensarci: aveva cominciato a frequentarlo perché, anche se
non l' avrebbe mai davvero ammesso nemmeno con sé stesso, gli ricordava il suo
matrimonio con Scarlet e, sebbene cercasse di convincersi che quello che era
stato sposato con Wanda non era veramente lui, ma una sorta di precedente
modello della sua personalità, ormai morto a tutti gli effetti pratici, in
realtà doveva ammettere che quei ricordi erano fin troppo vivi in lui. È da
tempo che Wanda non viene più qui e non c'è da stupirsene: da quando è rimasta
incinta e con i problemi accaduti ultimamente come potrebbe averne il tempo? Il
che gli ricorda che anche lui ha molte cose di cui occuparsi. Si è preso a
cuore il problema della Slorenia e deve organizzarne il Governo provvisorio. Se
tutto andrà bene, tra non molto i Vendicatori potranno lasciare quella
tormentata nazione ad un futuro più roseo o, almeno, lasciare ai suoi abitanti
l' opportunità di fare qualcosa di buono con le loro vite.
Non visto lascia il locale, abbandona l' immagine olografica di Victor Shade e,
resosi più leggero dell' aria, si libra nel cielo della sera.
Cresskills, Bergen
County, New Jersey.
Janet Van Dyne, meglio nota come la Meravigliosa Wasp, non torna spesso in questa casa, la casa in cui ha vissuto con Henry Pym. Forse sono i ricordi ad allontanarla, a farle preferire il suo appartamento di New York o le sue stanze nel Palazzo dei Vendicatori e forse sono proprio i ricordi ad averla spinta qui oggi. Il modo migliore per guardare al futuro è chiudere i conti col passato. Una parte di lei rimpiange certamente quei tempi più semplici in cui anche le scelte morali sembravano più facili. Si guarda in uno specchio. I lividi sono quasi scomparsi, ma le cicatrici più profonde non scompariranno altrettanto facilmente. Voleva che i Vendicatori fossero una forza del bene, che potessero aiutare la gente. E cos'è successo? Nell'ansia di raggiungere il loro scopo sono andati troppo oltre, hanno oltrepassato la linea invisibile ed hanno rischiato di diventare ciò che volevano combattere. Com'era quella frase di Nietzche? "Chi dà la caccia ai mostri rischia di diventare un mostro egli stesso". Dannatamente vero e lei l'ha provato sulla sua stessa pelle. Non è tutto perduto, però, non è troppo tardi per cambiare strada. Gli obiettivi erano giusti, solo i mezzi erano sbagliati. I saggi imparano dai loro errori. C'era un tempo in cui "saggia" non era una definizione che avrebbero usato con lei, pensa sorridendo, ma anche quei tempi sono andati, spera, ed è ora di dimostrarlo a sé stessa ed agli altri. Esce di casa ed entra nella sua lussuosa auto. Ha molto da fare e non aspetterà per farlo. La strada per New York non è troppo lunga, in fondo.
Studio Legale Sullivan & Costello, Manhattan.
Wasp mette la sua firma sull' ultimo foglio e solleva la testa, incontrando
lo sguardo di Inger Sullivan.
"Sicura di voler andare fino in fondo?" le chiede l' avvocatessa.
"Sicurissima" risponde Jan.
"Naturalmente capisci che con questo segnerai quasi sicuramente la fine
dei Vendicatori della Costa Ovest o WCA come li chiama il loro agente".
Wasp sorride. "Io non ne sarei così sicura, Inger, credimi. Tu, comunque,
procedi ed invia a Los Angeles quell' intimazione di sfratto, d'accordo?".
"Ok, spero che tu e gli altri sappiate quel che fate".
Wasp annuisce e dopo aver salutato Inger si riduce di dimensione volando fuori
dalla finestra.
Central Park.
Tony Stark e Pepper Potts non sembrano molto diversi da tante coppie di
genitori che portano a spasso il loro figlio. C'è da dire che, nonostante
abbiano adottato entrambi il bambino di circa quattro anni che gioca
spensierato accanto a loro, non sono sposati, non sono nemmeno una coppia, per
la verità. In verità Virginia "Pepper" Potts è comunque una delle
poche persone di cui Tony Stark si fida e di cui ascolta i consigli e talvolta
li segue. Al momento le sta parlando delle ultime vicende dei Vendicatori.
"… e da allora sto riflettendo su quanto ci ha detto Destino" sta
dicendo Tony.
"Se devo essere onesta, questa faccenda dell' Ordine non mi aveva mai
davvero convinto" gli risponde Pepper.
"E perché?".
"Beh, i vostri intenti erano giusti, ma non mi sembrava giusto che vi
trasformaste in giudice, giuria e giustizieri. C'era qualcosa di inquietante…
di disturbante in quel pensiero".
"Credo di capirti. In effetti, abbiamo fatto molte cose giuste, ma anche
cose di cui non andare fieri, ma dovremmo essere capaci di imparare dai nostri
errori, almeno lo spero".
Il video cellulare di Tony squilla. È una chiamata di lavoro che lui sbriga in
pochi attimi, poi conclusa la comunicazione rimette in tasca il piccolo
gioiello della tecnica.
"A quanto pare, nonostante tu non sia più il Presidente della REvolution,
sei sempre molto occupato" gli si rivolge Pepper.
Tony abbozza un sorriso. "Sai bene quanto me che ho ancora un sacco di
interessi a cui badare. Non mi sono certo ritirato in pensione".
"Ne saresti mai capace?".
"No, forse no" ammette il miliardario "Ma devi scusarmi, ti
avevo detto che avrei dedicato la mattina a… uhm… il piccolo Andy ed è quel che
farò".
"Tony Stark, il padre di famiglia, chi l'avrebbe mai detto?".
"Non prendermi in giro, Pep. Lo so benissimo che tra noi due sei tu quella
più qualificata per essere un genitore, ma per me questo è un impegno serio
e…".
"Al ladro, al ladro!".
Istintivamente Tony si gira verso la direzione da cui è venuta la voce e vede
una scena non nuova per New York: un ragazzo che corre con in mano una borsetta
e dietro di lui la proverbiale vecchietta. Per Tony pensiero ed azione sono
sempre stati una cosa sola. Corre verso il ladro e scatta, placcandolo alle
gambe. I due rotolano a terra e prima che il ladro riesca a reagire Tony gli ha
già sferrato un pugno. In pochi minuti arriva il poliziotto di pattuglia: una
bella agente dai capelli castano ramati che si presenta come Kim Gaunt, che
appare molto impressionata dall' incontro con il famoso milionario, playboy,
industriale ed altro ancora che la ragazza ignora. Pepper, che ha preso in
braccio Andy, osserva divertita la scena.
"Un' altra inconsapevole vittima del tuo fascino, vedo" gli dice
quando Tony la raggiunge.
"Continui a prendermi in giro, eh?" replica lui "Beh un po' me
lo merito, lo ammetto. Per mia fortuna quando esagero ci sei sempre tu che mi
riporti coi piedi per terra".
"Vuoi dire che ne avresti bisogno?".
"A volte sì. Ho sempre voluto che il mondo fosse un posto migliore, in cui
i miei cari potessero vivere liberi da paure ed insicurezze. Per riuscirci ho,
a volte, fatto cose di cui, ripensandoci, non vado affatto fiero. Spero che se
accadrà di nuovo, ed ho paura che succederà, avrò sempre al mio fianco gente
che non avrà paura a dirmi verità spiacevoli".
Prima che Pepper possa dire qualcosa, si ode un sommesso ronzio. È la
communicard dei Vendicatori.
"Devo andare, Pepper, è una riunione che non posso perdere".
Tony la bacia su una guancia, quindi saluta il bambino e si allontana di corsa.
Pochi attimi dopo la figura rossa ed ora di Iron Man solca il cielo di
Manhattan.
"Ragazzo mio…" dice Pepper rivolta al piccolo Andy "Ti sei
trovato un padre molto complicato, ma è un uomo buono, sai? Spero che non lo
dimentichi mai".
Anni fa cinque persone dotati di superpoteri si unirono per combattere l' ingiustizia da qualunque parte provenisse. Nel corso degli anni la loro formazione è cambiata più volte, ma lo scopo è rimasto lo stesso. Oggi sono oltre trenta coloro che portano avanti l' orgogliosa tradizione. Talvolta hanno commesso degli errori, ma è comprensibile, perché, nonostante i loro grandi poteri, restano pur sempre degli esseri umani e non sono infallibili. Hanno però saputo imparare dai loro errori ed andare avanti e sono pronti ad affrontare nuove sfide perché sono i Potenti Vendicatori.
FINE
PROSSIMAMENTE
Un dilemma morale per Sam Wilson
Note dell' Autore: Quello che avete appena letto si può definire, per
più motivi, un racconto anomalo. Innanzitutto non è scritto dal solito Fabio
Volino (che è pur sempre della partita in veste di editor), ma dal
sottoscritto, abitualmente editor di questa serie. Non temete, però, questa è
solo una parentesi per consentire all' autore un po' di riposo dopo 50 episodi
ininterrotti. Dunque, dopo il prossimo racconto scritto a quattro mani col
sottoscritto, l' ottimo Volino tornerà alla grande dal #53 con una
straordinaria saga nel suo inimitabile stile (Ehi Fabio, mi raccomando
l'assegno, -_^). Il racconto è anche anomalo perché non ci sono combattimenti
tra supereroi e supercriminali, Ma solo il punto della situazione finora visto
attraverso gli occhi di alcuni personaggi. A questo riguardo resta da dire che:
1) Ho focalizzato l' obiettivo su quelli che ritengo i personaggi cardine della
serie e, lo ammetto, ho approfittato del fatto che due di loro sono personaggi
di cui scrivo la serie personale per mostrare le loro reazioni agli ultimi
eventi di questa serie.
2) Per quei pochi che non ne sapessero niente, ricordo che anni fa, quando era
sposata con Visione, Wanda ebbe grazie a mezzi magici ed al suo potere di
alterazione della probabilità due gemelli. La cosa, lo confesso, mi lasciò
molto perplesso. Puoi alterare le probabilità quanto vuoi, ma non puoi far
avvenire l' impossibile e, dite quel che volete, ma per me un androide potrà
anche simulare le basilari funzioni di un essere umano, ma non potrà mai avere
dei veri spermatozoi. Anni dopo John Byrne rivelò che i due gemelli erano
frammenti di un' anima demoniaca (quella di Pandemonio) e che esistevano solo
in forza della forza di volontà di Wanda che credeva nella loro esistenza (le
cose sono, forse, più complicate di così, ma accontentatevi di questa versione
in stile "Reader's digest"). Con precedenti simili ci sarebbe da
temere per quest'altra gravidanza anomala, ma è ancora presto per dirlo.
3) Alcune delle questioni legali di cui parla Inger Sullivan saranno risolte in
Vendicatori della Costa Ovest a partire dal #7, ad opera dello stesso team che
vi ha portato quest'episodio, spero che apprezzerete il nuovo corso di questa
testata.
Ed ora vi saluto fino al prossimo episodio e mi appresto a rientrare nell'
ombra che compete al fidato editor.